Sul candore della Luna by Galileo Galilei

Sul candore della Luna by Galileo Galilei

autore:Galileo Galilei [Galilei, Galileo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti Classici
pubblicato: 2019-06-24T16:00:00+00:00


NOTE

1 Il principe Leopoldo de’ Medici (1617-75), ultimogenito del granduca di Toscana Cosimo II, aveva richiesto a Galileo di esprimersi su quanto Fortunio Liceti aveva affermato nel suo Litheosphorus in merito alla luce secondaria della Luna. (N.d.R.)

2 Fortunio Liceti (1577-1657) fu scienziato e filosofo aristotelico. Di Galileo, che conobbe a Padova nel 1609 e con il quale intrattenne un duraturo rapporto epistolare, Liceti contestò, nel capitolo L del suo Litheosphorus, le teorie sul candore della Luna. (N.d.R.)

3 Traduzione: «Mentre la Luna, sia prima sia dopo la congiunzione, si trova non lontano dal Sole, non soltanto si offre alla nostra vista il suo globo dalla parte adornata dei corni lucenti, ma anche un certo tenue chiarore periferico sembra delineare l’orbita della parte in ombra, vale a dire quella opposta al Sole, e separarla dal campo più oscuro dello stesso etere. Se infatti osserviamo la cosa con una più accurata indagine, vedremo non solo il lembo estremo della parte oscura risplendere in un incerto chiarore, bensì l’intero volto della Luna, quello cioè non ancora colpito dallo splendore del Sole, albeggiare di una certa, non esigua, luce; a una prima occhiata appare tuttavia soltanto la sottile circonferenza luminosa, a causa delle più buie parti del cielo che con essa confinano; la superficie rimanente sembra invece più oscura per il fatto che si trova a contatto con i corni lucenti, che ottenebrano la vista. Se però uno si colloca in modo tale che da un tetto o da un camino o da qualche altro ostacolo posto tra la sua vista e la Luna (lontano però dall’occhio) risultino nascosti solo i corni lucenti, mentre l’altra parte del globo lunare rimanga esposta allo sguardo, allora si accorgerà che anche questa regione lunare, cioè quella che non riceve la luce del Sole, splende di una luce non esigua, soprattutto se la tenebra della notte è già profonda a causa dell’assenza del Sole; giacché in un campo più oscuro la stessa luce appare più intensa» (N.d.R.).

4 Traduzione: «E che il lume lunare non sia dotato di alcun calore, ma sia portatore di freddo, ne fa esperienza chiunque» (N.d.R.).



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